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Fase 2. Boom di richieste di divorzio dopo il lockdown in Italia

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Dopo il lockdown da Coronavirus, prima in Cina e poi in Italia, ma anche nel resto del mondo, si sta registrando un boom di richieste di divorzio.

La pandemia che ha obbligato per lungo tempo alla convivenza, per rispettare la quarantena, sembra aver messo a dura prova le relazioni di coppia.

Così i dati segnalano un aumento delle rotture tra fidanzati e di separazioni tra coniugi.

Questo effetto sociale da imputare alla stessa emergenza sanitaria ha dimostrato la presenza di precari equilibri familiari. Come conseguenza si è verificato un boom delle richieste di divorzio subito dopo il lockdown.

Tale tendenza è stata segnalata da diversi avvocati esperti in diritto di famiglia. Che si sono ritrovati a ricevere un numero considerevole di richieste di informazioni.

Accomuna queste richieste un argomento: come procedere con la separazione legale. Altre richieste vertono invece su come rendere effettivo il divorzio. Un fenomeno da contenere, e da giustificare nel contesto della pandemia.

 

Coronavirus. Boom di richieste di divorzio

Anche in Italia si registra un boom di richieste di divorzio

Di fatto gli avvocati ed i consulenti di coppia invitano alla cautela. Per evitare che i divorzi siano frutto di decisioni troppo impulsive.

Il boom di richieste di divorzio dopo il lockdown da Coronavirus, evidenzia che la quarantena ha fatto esplodere tensioni celate per lungo tempo. Inoltre la convivenza prolungata ha esacerbato delle situazioni già critiche.

Consapevoli di tali fattori e dello stress emotivo degli ultimi mesi, gli avvocati consigliano di ponderare la decisione di divorziare.

Per valutare bene se si tratti di una reale volontà.

E non di un effetto della condizione di malessere vissuta nel periodo della pandemia. In molti casi, gli avvocati divorzisti indirizzano le coppie verso un aiuto psicologico, per valutare se hanno un reale desiderio di separarsi.

Il boom di richieste di divorzio dopo il lockdown può essere attualmente trattato anche via mail, con le udienze virtuali. Infatti il Consiglio nazionale forense (Cnf) consente alle coppie che richiedono la separazione consensuale di sfruttare questo canale.

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