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Sacerdote rinuncia al respiratore per lasciarlo a un paziente più giovane e muore

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Coronavirus, muore un sacerdote 72enne dopo aver rinunciato al respiratore. “Ha scelto di lasciarlo ad un paziente più giovane”, riportano le testimonianze.

Questa tragedia chiamata Covid-19, in mezzo all’uragano che sta determinando nella vita delle persone, lascia affiorare isole di meraviglia, gesti che dovrebbero essere conosciuti da tutti.

Quello che raccontiamo è uno di questi, e ci arriva dalla provincia di Bergamo, sicuramente una delle più colpite. Un gesto, quello del sacerdote, che esprime il senso di una vita realmente al servizio degli altri.

Don Giuseppe Berardelli, 72 anni, qualche acciacco a segnarne l’entusiasmo e la dedizione alla sua comunità, ha ceduto il suo respiratore ad una persona più giovane, “pagando” così, con la vita, il suo altruismo.

Coronavirus, Bergamo

Muore sacerdote 72enne, il ricordo commosso della sua comunità

A riportarlo le cronache locali, quelle che in passato, tante volte avevano parlato di questo sacerdote pieno di entusiasmo ed iniziative.

“Era un sacerdote che ascoltava tutti, sapeva ascoltare. Chiunque si rivolgeva a lui sapeva che poteva contare sul suo aiuto”, racconta Clara Poli, per anni Sindaco di Fiorano al Serio.

Una comunità di qualche migliaio di anime, dove l’impegno e la caparbietà di Don Giuseppe erano conosciute ed apprezzate da tutti.

“Grazie a lui e a Don Luigi Manenti che era a Semonte, sono riuscita ad aprire il Centro di Auto Aiuto che ha permetto di aiutare tante famiglie e tanti ragazzi sbandati, senza di lui sarebbe stato impossibile”, prosegue l’ex Sindaco.

Don Giuseppe era così. Non si tirava mai indietro, e tra queste valli sono in molti a ricordarlo in sella alla sua moto Guzzi, sempre sorridente, ottimista, caparbio.

Nel 2006 era stato nominato arciprete di Casnigo, ed aveva seguito la ristrutturazione dell’oratorio intitolato ad un altro gigante della storia. Quel Papa venuto dalla Polonia, Giovanni Paolo II, di cui Casnigo conserva la talare reliquia.

Don Giuseppe ha lasciato la sua gente all’ospedale di Lovere e, come per tante altre vittime del Coronavirus, non ha potuto avere un funerale pubblico.

Ma, lunedi 16, queste valli gli hanno riservato un applauso sincero, fatto di lacrime e sorrisi. Perché Don Giuseppe era così, non voleva vedere tristezza intorno a sé, ma solamente tanto amore per la vita.

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