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Coronavirus. Un panettiere è stato multato perché dava il pane ai poveri

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In tempi di Coronavirus, si può anche leggere di un panettiere multato il giorno di Pasquetta, perché nonostante un gesto di solidarietà, non rispetta le norme.

Infatti Pietro Scaletta, panettiere di Termini Imerese, ha proseguito il suo lavoro anche se la sua attività resta chiusa, come indicato dal Dpcm. L’uomo ha un piccolo bar pasticceria che produce anche pane.

Malgrado la chiusura continua ogni giorno a sfornare pane per donarlo ai bisognosi. Così da un mese a questa parte, distribuisce il pane di giornata non ai clienti ma ai poveri.

Il panettiere multato per violazione delle norme anti Coronavirus ha ribadito:

“Regalo pane a chi ne ha bisogno, 11.30 prima sfornata, 12.30 la seconda. Ma non venite qui, ve lo porto io a casa”.

Pietro panettiere multato Coronavirus

Panettiere multato: “In Italia c’è troppa burocrazia anche solo per fare beneficenza”

Pietro, insieme al fratello Umberto, regala pane ai poveri senza avere nulla in cambio, dimostrando un grande senso di altruismo. Ma il suo gesto non rispetta le norme.

Il giorno di Pasquetta, nella sua attività si sono presentati: gli agenti di polizia, i carabinieri, la guardia di finanza. Che gli hanno contestato il mancato rispetto del Dpcm. Il panettiere multato per la violazione delle norme anti Coronavirus ha detto:

“Io, in realtà, non ero aperto al pubblico, non vendevo il pane ma lo donavo ai poveri del mio comune, alla Protezione civile e alla Croce Rossa. Non credo, infatti, che esista un decreto che mi obblighi a non fare beneficenza”.

I carabinieri hanno imposto così la chiusura della sua attività per cinque giorni.

Inoltre Pietro ha ricevuto una sanzione. Il panettiere multato ai tempi del Coronavirus, protesta e dice di non voler pagare la multa.

Il panettiere multato per non rispetto delle misure anti Coronavirus si difende: non ho commesso reati, non sono un fuorilegge”. Nonostante la sanzione Pietro ha ribadito di voler continuare a fare il pane.

Quindi provvederà ad acquisire i certificati richiesti. Anche se ha ammesso mestamente: “In Italia c’è troppa burocrazia anche solo per fare beneficenza”.

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