Mentre il nuovo Governo presieduto da Mario Draghi è alle prese con il problema delle varianti che rischiano di far esplodere di nuovo il numero dei contagi, scoppia la grana relativa al Commissario Domenico Arcuri.
A dare fuoco alle polveri, in maniera peraltro molto educata, è Marco Cappato, uno dei responsabili dell’Associazione Luca Coscioni e volto di spicco delle battaglie per i diritti Civili.
Con un appello Cappato invita Domenico Arcuri a fare una scelta precisa e a non dare seguito ad un conflitto di interessi molto palese.
Di cosa stiamo parlando ?
Semplicemente delle posizioni che Domenico Arcuri ricopre sia a livello pubblico che privato.
Il conflitto di interessi di Domenico Arcuri
Il manager è infatti non solo Commissario per l’emergenza Covid, nominato dal Governo Conte.
Ma è anche Amministratore Delegato di Invitalia, agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia.
Invitalia ha acquisito il 30% di ReiThera Srl, azienda che produce prodotti biofarmaceutici.
Quella , per intenderci, che sta studiando un nuovo vaccino anti Covid in alternativa a Pfizer e AstraZeneca.
Marco Cappato, volto che gli italiani ricorderanno per la vicenda di Dj Fabo, e della sua missione in Svizzera per consentirne l’eutanasia, è intervenuto prontamente.
Come esponente dell’Associazione Luca Coscioni sta raccogliendo firme e lanciando un appello affinché Domenico Arcuri scelga quale posizione mantenere.
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Se quella di Commissario oppure quella di manager in una azienda che ha interessi legittimi, ma privati, nella vicenda dei vaccini.
Cappato sostiene che la posizione di Domenico Arcuri è in qualche modo viziata anche dalla decisione europea di acquistare le dosi per tutti i paesi dell’Unione.
L’esponente Radicale motiva così il suo ragionamento:
“Noi ci siamo impegnati con l’Europa ad acquistare i vaccini tutti insieme, quindi se anche il vaccino Reithera venisse approvato e l’Italia ne volesse comprare decine di milioni di dosi, posto che sarebbe pronto a luglio, comunque sarebbe una decisione dell’Unione Europea che ne comprerebbe centinaia di milioni di dosi, delle quali una parte sarebbe destinata all’Italia, esattamente come una parte dell’attuale produzione.”
Una bega in più per il neo Presidente del Consiglio Mario Draghi che, appena insediato, ha già diversi problemi urgenti da affrontare.