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Interrogazione a distanza, alunna rifiuta di chiudere gli occhi e prende un 3

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Il Coronavirus ha stravolto la vita di tutti noi e messo a dura prova anche il sistema scolastico. Non è stato facile, per studenti e professori, passare dalle normali lezioni in classe allo striming. Mantenere vivo e costante l’interesse degli alunni, portare avanti il programma nel miglior modo possibile. Procedere per la valutazione con una interrogazione a distanza.

Quanto accaduto in un liceo scientifico di Roma Nord, è l’esempio perfetto delle difficoltà che alunni e docenti stanno affrontando. Anche e soprattutto durante le interrogazioni.

“Che cos’è il Rubicone? Chiudi gli occhi per piacere e rispondi“, ha chiesto l’insegnante di storia durante l’interrogazione a distanza alla studentessa del primo anno.

“No professoressa, gli occhi non li chiudo, ma sono preparata”, ha risposto la ragazza.

“Se non li chiudi vorrà dire che prenderai il voto che meriti”, replica l’insegnante. “Tutti fanno così, chiudono gli occhi e quindi lo devi fare anche tu”. Ma la studentessa ha continuato ad opporsi e l’interrogazione si è conclusa con un 3 sul registro elettronico.

La richiesta dell’insegnante voleva sicuramente scongiurare il rischio che la studentessa sbirciasse sul libro e che gli altri studenti in video potessero suggerirle la risposta.

Interrogazione a distanza

Dopo l’interrogazione a distanza la reazione della madre della studentessa

Immediata la protesta della madre della ragazza che quindi non è stata valutata per la sua preparazione, ma in base al suo diniego alla richiesta dell’insegnante.

“Mia figlia non è stata valutata per la sua preparazione ma per il comportamento: per essersi opposta a una richiesta che trovo molto discutibile”. Commenta così l’accaduto la madre della giovane anche lei docente.

“Nonostante la didattica a distanza non è previsto da nessun protocollo ministeriale che le interrogazioni debbano svolgersi in questo modo”, conclude.

La donna si è quindi rivolta ad un legale, l’avvocato Alessandro Corsi, e si riservano di querelare l’insegnante qualora la scuola non intervenisse e il voto dovesse incidere sullo scrutinio finale della ragazza.

“Si tratta di un abuso non giustificato, non ci sono disposizioni del Miur che prevedono interrogazioni ad occhi chiusi. E bisogna considerare, inoltre, che il voto è stato dato non alla preparazione della ragazza, ma al suo comportamento che non era ovviamente oggetto di giudizio”. Questo il commento dell’avvocato Corsi che prosegue:

È stato un gesto estremamente violento, coercitivo nei confronti di una minore, nei confronti del quale ci riserviamo di seguire tutte le strade possibili a nostra disposizione”.

Si, l’esempio perfetto di un sistema scolastico messo a dura prova e che in base alle notizie contraddittorie che riguardano la prossima riapertura a Settembre, non lascia ben sperare.

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