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Giovane padre vittima del Coronavirus, lascia una lettera di addio sul suo cellulare

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“Per capire una persona, conoscerla, e ricordarla, occorre conoscere le sue emozioni”. Scriveva cosi Honorè de Balzac in una lettera ad un amico.

E di lettere, magari anonime, anche questi nostri giorni sono pieni. Testimonianze di pensieri, saluti, emozioni.

Questa pandemia ci ha bombardati di innumerevoli notizie, informazioni, dati, statistiche. Bollettini che, spesso, hanno dimenticato quei piccoli ma eterni pensieri avuti da coloro che non ce l’hanno fatta.

Alcune di queste lettere spuntano allora improvvise, come a ricordare il bisogno, e l’obbligo, di non dimenticare chi le ha scritte.

“Continua a vivere la tua vita con la stessa felicità e passione che mi hanno fatto innamorare di te.

Vederti diventare la migliore mamma del mondo per i nostri figli è stata la cosa più forte che io abbia vissuto”.

Coronavirus, lettera di addio

Così Jonathan, giovane padre di soli 32 anni, ha lasciato scritto sul suo cellulare prima che la malattia lo stroncasse. Quando Katie, la moglie, è giunta in ospedale a Danbury, in Connecticut, era troppo tardi.

Jonathan non ce l’ha fatta, e la giovane mamma di Braedyn e Penny non ha potuto fare altro che raccogliere i pochi effetti personali che il marito aveva con sè.

Sullo smartphone ha trovato queste parole, questa lettera di addio scritta dal marito pochi istanti prima di spegnersi.

“Mi hai donato la vita migliore che potessi desiderare. Sono così fortunato e orgoglioso di essere tuo marito e il padre di Braedyn e Penny. Vi amo con tutto il cuore”.

Se Jonathan era un giovane padre che non ha avuto il privilegio di vedere i figli crescere, le parole di questo nonno, spentosi in una Casa di riposo, sono altrettanto toccanti.

“In questi mesi mi è mancato l’odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni.

Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene, e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme”.

Una lettera di addio, il bisogno di lasciare un saluto ai nipoti e ai figli.

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