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Coronavirus. In Italia si tornerà al turismo anni ’50. Addio viaggi all’estero

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Coronavirus. Uno sguardo ai settori economici che, purtroppo, usciranno con le ossa rotte da questa pandemia, vede al primo posto il settore del turismo.

Se uno degli slogan che si leggono su diverse testate recita “dimenticate i viaggi all’estero”, questo non significa che le ripercussioni toccheranno solo le migliaia di agenzie di viaggi e il mondo del trasporto aereo.

La stima elaborata da Cerved Group, uno degli Istituti che studia la solvibilità delle aziende, disegna un quadro per il settore del turismo a tinte molto fosche.

In esso vengono ipotizzati due scenari, uno più ottimista e l’altro maggiormente pessimista sulla durata delle misure per debellare il Covid-19.

In entrambe le ipotesi a rimetterci di più, tra i vari settori economici, al primo posto troviamo il settore del turismo.

Si stimano perdite che vanno da un 40 ad un 70%. Che significa, tradotto in numeri, un impatto disastroso sul Prodotto interno Lordo e sull’occupazione.

In occasione dell’ultima Fiera del Turismo in Italia TTG, svoltasi a Rimini nell’autunno scorso, il settore del turismo ha un peso che sfiora il 14% del totale dell’economia nazionale.

Un numero di addetti, secondo le stime più recenti, di oltre 3 milioni e mezzo di persone.

Un settore in ginocchio che, al contrario di altri, avrà sicuramente le maggiori difficoltà ad alzarsi.

Come cambierà il turismo dopo il Coronavirus?

Coronavirus, come cambierà il turismo in Italia?

È molto probabile, secondo gli operatori del settore, che si torni ad un turismo molto vicino a quello degli anni ‘50. Pochi viaggi all’estero quindi, e molte più gite sul territorio nazionale.

Vacanze Made in Italy! E diversi tour operator si stanno già organizzando in questo senso per proporre un turismo italiano con mete e percorsi accattivanti.

Basterà? Forse un po’ presto per dirlo, e certamente va considerato che il turismo, al contrario di ciò che è avvenuto in altri Paesi, in Italia non ha mai avuto la considerazione che merita.

A livello di attenzioni, ed anche di aiuti economici diretti.

Questa volta, se non si vuole disperdere un patrimonio di arte, conoscenze e professionalità, occorrerà un grande impegno da parte delle istituzioni.

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